La parte posteriore del cammello

Cammello

La parte posteriore del cammello è il titolo di un racconto di Francis Scott Fitzgerald. Uno dei racconti dell’età del jazz. Un titolo bizzarro, che, come riconosce lo stesso Fitzgerald, potrebbe racchiudere un racconto metaforico, simbolico, a chiave, o viziato da un surrealismo tale da renderlo incomprensibile al suo stesso autore. In realtà non è così. La parte posteriore del cammello non è un simbolo, un’immagine, un’idea metafisica, è veramente la parte posteriore del cammello. Solamente il cammello non è tale. Non è un vero cammello ma un costume carnevalesco da cammello, che prevede, per essere indossato, la presenza di due attori: uno per la parte anteriore e l’altro per quella posteriore. Ma nel nostro racconto la parte posteriore non c’è: non c’è nessuno che voglia indossare quella metà di costume, non c’è nessuno che voglia fare il cammello con il protagonista. Quindi, in fin dei conti, il titolo del racconto non è metaforico, ma il racconto invece lo è. Fitzgerald stravolge le carte: ci dice una cosa – nella sua introduzione – per renderci più difficile il cammino dentro il proprio testo, non per facilitarcelo. La parte posteriore del cammello è un po’ come Il grande Gatsby; un racconto d’attesa. La parte posteriore infine arriva, ma non è quella che ci sia aspetterebbe. Forse non è la parte posteriore.