Tela e pennello, fascista modello

mussolini

In famiglia un attore c’è già – zia Sofia – c’era anche un musicista – papà Romano – mancava il pittore. Per rimediare al vulnus, Alessandra Mussolini ha comprato tele e pennelli e si è messa  a lavorare di spatole, pettini e coltelli (per ora ha lasciato perdere i moschetti). «Mai preso un pennello in mano» ha dichiarato «a scuola, a educazione artistica, non ero brava, non sono un’appassionata d’arte e l’idea della tela bianca da riempire mi ha sempre turbato. Un giorno di settembre, però, sono uscita con mio figlio Romano e ho comprato tele e colori». Ora le sue opere sono in mostra. Certo, non era facile per una Mussolini competere col genio proteiforme di nonno Benito, capace di essere contemporaneamente cavallerizzo, tennista, sciatore a torso nudo, tombeur de femmes, motociclista, raccoglitore di grano, instancabile scopatore, scrittore, giornalista e – nei ritagli di tempo – dittatore. Ma Alessandra ha raccolto la sfida e – chissà quanto c’è di freudiano in tutto ciò – ha scelto l’arte del più acerrimo nemico del nonno, quella dell’imbianchino austriaco. Insomma, dopo la ribellione dei nudi giovanili, un altro modo per prendere a manganellate il passato di famiglia: perché all’inconscio non la si fa.